Leucoplachia

Con il termine di leucoplachia si intende una chiazza o placca bianca, clinicamente ed istologicamente non correlabile ad alcuna causa o malattie note. Il termine di leucoplachia va riferito solo a lesioni che non abbiano caratteristiche cliniche ed istologiche specifiche e non fa riferimento alla presenza o meno di displasia. Clinicamente la leucoplachia viene distinta in tre forme principali definite omogenea, nodulare e verrucosa. La leucoplachia omogenea si presenta, in maniera localizzata o diffusa, come una placca bianca non rilevata, col caratteristico aspetto del ciottolato; a volte la superficie presenta delle rugosità e delle creste lineari o un aspetto finemente papillare. Risulta generalmente non dolente ed alla palpazione non si repertano variazioni della consistenza e della mobilità tissutale. La leucoplachia nodulare è caratteristica dell’alternarsi di aree bianche, formate da piccoli noduli cheratosici, e di aree rosse dove l’epitelio è atrofico, con aspetti erosivi, spesso associata ad eritema. Può essere a volte rilevata sui piani mucosi circostanti e può essere sintomatica. La leucoplachia verrucosa è caratterizzata dall’avere una superficie interamente ed intensamente cheratinizzata che si solleva in proiezioni papillari più o meno ampie. Tali forme vengono considerate, se pure con diversi gradi di probabilità statistica, il prestadio del carcinoma verrucoso. La leucoplachia può essere localizzata in qualsiasi settore del cavo orale; particolare predilezione ha nei confronti della mucosa geniena, dei fornici, della lingua e del pavimento. I supposti fattori eziologici chiamati in causa sono il tabacco, l’alcool, la candidosi, l’herpes simplex, le correnti elettrogalvaniche ed, in genere, tutti i fattori irritanti sia chimici che fisici ad azione protratta nel tempo. Particolare importanza sembra assumere l’infezione da candida nel determinismo e nell’evoluzione delle lesioni precancerose: associata a circa il 60% delle leucoplachie nodulari o verrucose ed in minima parte alle forme omogenee sembra favorire la comparsa di displasia, tramite alcuni suoi metaboliti, quali le nitrosamine. Oltre ai fattori locali viene attribuita importanza anche a condizioni regionali o sistemiche in grado di predisporre la mucosa orale all’insorgenza di lesioni leucoplasiche: tali condizioni vengono annoverate la sifilide terziaria, gli stati carenziali, le epatopatie croniche, e tutte le condizioni in genere che portano ad una atrofia delle strutture epiteliali orali.

 
 

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